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Archivio fotografico documentazione restauri


La legge fondativa dell’Istituto Centrale per il Restauro stabiliva che questo fosse dotato di un Archivio per la documentazione dei restauri, con il compito di raccogliere i dati relativi a tutti i restauri eseguiti dall’Istituto. Come chiariva Cesare Brandi, fondatore e primo direttore, l’obiettivo era quello di “tramandare la precisa memoria dei procedimenti eseguiti e dei provvedimenti adottati”. L’Archivio è sempre stato aperto al pubblico e frequentato da studiosi italiani e stranieri che trovano in esso informazioni preziose per i loro studi e ricerche.
Le immagini e i documenti conservati nell’Archivio riguardano soprattutto opere e manufatti appartenenti a istituti, enti e collezioni pubblici, privati ed ecclesiastici, restaurati dall’ICR.
Sono documentati anche interventi di consulenza tecnica e scientifica, mostre, conferenze, convegni, promossi dall’ICR o a cui l’Istituto ha attivamente partecipato.
In particolare l’Archivio conserva circa 4.000 radiografie, circa 60.000 negativi di vario formato, dal 35 mm al 18x24 ed altrettante stampe, circa 55.000 diapositive anch’esse di vario formato, dal 35 mm al 13x18. Il fondo più prezioso è quello dei negativi su lastra di vetro alla gelatina bromuro d’argento: sono circa 11.000 lastre prodotte dal laboratorio fotografico interno fin dai primi anni di attività dell’Istituto. Sono soprattutto nel formato 18x24.
In Archivio sono presenti, inoltre, schede e fotografie relative a sezioni stratigrafiche eseguite negli anni compresi fra il 1952 e il 1976 e schede relative a indagini microbiologiche e chimiche eseguite fra il 1972 e il 1982.
All’interno dei fascicoli sono spesso presenti, oltre alla documentazione fotografica, relazioni, schede di restauro, risultati di indagini scientifiche relative ad opere o manufatti.
Tra il 2008 e il 2013 è stato realizzato un progetto di riordino, catalogazione e digitalizzazione di tutte le immagini e di tutti i documenti conservati nell’Archivio, elaborato con la Sezione Informatica dell’ICR, coordinato e diretto dal personale dell’Archivio, ed eseguito dalla società Corvallis S.r.l. di Padova, vincitrice di gara pubblica d’appalto. Il presente portale, denominato ARES, frutto di questo lavoro, è consultabile in Internet dal 2014.

 
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